Anguille assassinate a Bardolino, impiccate al ponticello del porto per protesta

Ci sono regioni d’Italia, ampie zone del bel paese, piccole o grandi realtà locali che traggono dalla natura il loro sostentamento; quando la natura “cede” sotto il peso degli eccessi dell’uomo l’economia va in sofferenza.

A Bardolino, nel Veronese il mercato delle anguille rappresenta fonte di reddito per la popolazione. Lì le anguille incominciano a scarseggiare troppa pesca amatoriale e, quel che è peggio, troppo inquinamento.

Questa mattina al risveglio il paese di Bardolino si è confrontato con  uno scenario non lieto né sereno:  nella notte ignoti hanno appeso quattro anguille morte al ponticello di legno che segna l’ingresso al vecchio porto, pesci morti sono stati esposti davanti al municipio e nella piazzetta centrale del lungolago.

Sui cadaveri di due delle anguille rinvenute pendevano dei messaggi che testualmente recitavano: «Basta con la pesca professionistica».

La macabra protesta rivela una condizione di insofferenza, siamo dinnanzi ad una lunga contesa tra pescatori professionisti e sportivi e dinnanzi ad una preoccupante emergenza ambientale.

Il lago di Garda è inquinato e le specie ittiche che lo popolavano si stanno riducendo drasticamente. Recentemente si è registrato un innalzamento della diossina nelle acque del lago e la contaminazione nelle anguille sarebbe salita ben oltre la soglia consentita dalla legge. Inoltre negli ultimi giorni molte anguille sono state rinvenute morte sulle rive di Bardolino e di altri paesi lungo il lago. Subito il sottosegretario al ministero della Salute, Francesca Martini, ha disposto i debiti controlli sanitari.

Mangiare significa attingere dalla natura i suoi frutti, ed anche i prodotti ittici sono “frutti” della natura, elementi di un ecosistema che merita rispetto e cura.

L’uomo dovrebbe imparare a “gestire” le risorse naturali considerandone i ritmi e gli equilibri, valutandole per quello che sono e cioè esauribili e non infinite.