Quando mettiamo in tavola un bel piatto caldo ci capita spesso di pensare a chi non ha cibo, lo facciamo istintivamente, lo facciamo mossi da umana pietà e lo facciamo anche per cultura ( se siamo cresciuti nel rispetto del cibo considerato come bene prezioso).

Chi è abituato a considerare il cibo con riverenza è anche chi comunemente si indigna dinnanzi agli sprechi.

In molte famiglie italiane è legge che il pane non si debba mai buttare, ed invero se viene infornato per poi essere grattugiato torna utilissimo per le impanature garantendo un riutilizzo perfetto di un comune ‘scarto alimentare’ ancora completamente commestibile (sebbene secco).

cibo buttato nei cassonetti spreco

In Italia tra i tanti sprechi denunciabili c’è anche quello alimentare e, al pari di altre emorragie di danaro, lo spreco di cibo ancora commestibile è un problema da considerare con la debita attenzione.

Il cibo buono e commestibile abbandonato nei cassonetti è certamente un male del paese! E’, però, un male ‘riciclabile’ ovvero è  tramutabile (come in una favola possibile) in un bene e in un vantaggio.

Come si può trasformare lo spreco di cibo in un vantaggio utile per la società? È possibile con la solidarietà. Il cibo cotto, pronto e perfettamente preparato ma non consumato nelle mense può sfuggire all’amaro destino dei cassonetti e finire sulle tavole dei più poveri.

La solidarietà, così intesa come mezzo anti spreco, è fattibile solo se lo Stato supporta le associazioni di volontariato e se si costruisce una rete di raccolta quotidiana del cibo.

I dati sugli sprechi alimentari sono sconcertanti:

250.000 euro di cibo sprecato ogni anno nelle mense aziendali di Roma – dato rilevato a 2012 dal Banco Alimentare del Lazio.

Cibo che finisce nella spazzatura quando è ancora integro: più di 140 tonnellate in sole tre settimane nella bellissima Milano, i pasti non consumati sono quelli delle mense scolastiche – dato rilevato nel 2012 da Milano Ristorazione, società  controllata del Comune che fornisce ogni giorno pasti a scuole e case di riposo.

E il web è pieno di foto in equivoche (anche se spesso di dubbia provenienza), decine i cassonetti non bene identificati stracolmi di cibo sprecato. Questo è un tesoro che potrebbe sfamare poveri, indigenti, senza tetto e bambini sfortunati.

Questa è una piccola galleria fotografica dell’orrore, dello spreco e dell’inciviltà. Quel che è peggio è che ad essa se ne può unire un’altra parallela sebbene opposta: la galleria fotografica dei nuovi poveri, quelli che vanno a rovistare tra gli scarti solo per poter mangiare, per non morire di fame.

Per mettere fine a questi scempi il cibo dovrebbe assurgere a diritto inviolabile dell’uomo e dovrebbe essere un diritto garantito, garantito anche dagli sprechi.

Il video che segue rappresenta una possibilità concreta per mettere fine agli sprechi alimentari:

Lo spreco di cibo deve finire!

Se sei d’accordo anche tu condividi queste foto perchè l’opinione pubblica unitamente deve chiedere allo Stato di farsi carico di ogni spreco, anche di questo scandaloso spreco di cibo!

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Gli indignati  dello spreco alimentare si sono scatenati qualche settimana fa contro le foto di cassonetti ricolmi di cibo (i più superficialmente (dis)informati attribuivano gli scarti alimentari a un ‘cattivo comportamento’ dei profughi, ma è più probabile che i profughi con i cassonetti stracolmi di cibo non abbiano nulla a che fare).

cibo

Profughi gettano nell'immondizia il cibo offerto dallo Stato italiano