Il pane comunemente accompagna molti cibi, dalle insalate alle carni più svariate, dalle verdure al pesce ed è sulle tavole italiane un alimento caratteristico, tradizionale e immancabile.

Chi conosce Napoli e la sua provincia ha sperimentato  che il pane si vende anche la domenica mattina e si acquista non solo negli esercizi commerciali autorizzati ma pure per strada. Quel pane smerciato su banchetti improvvisati a bordo strada è oggi, a buona ragione, definibile come il “pane dei veleni”.

Le forze dell’ordine hanno stretto il cerchio intorno ai forni illegali, quelli dai quali usciva, caldo ma non “controllato”, il pane napoletano della domenica mattina.

È stato appena concluso un grosso blitz contro la panificazione illegale in Campania:

17 forni criminali sono stati chiusi;

3 tonnellate e 200 chili di pane sono stati sequestrati;

i video della panificazioni senza scrupoli igienico sanitari sono stati messi in rete e resi noti ad un vasto pubblico di “ignari” consumatori;

circa cinquanta le persone denunciate per inosservanza della disciplina riguardante l’igiene per la produzione e la vendita di generi alimentari;

numerosissime le multe elevate, tante le sanzioni amministrative (si parla di circa 40 mila euro complessivi).

I forni sequestrati sono molti, collocati in diverse zone dell’hinterland napoletano (a Frattamaggiore, ad Arzano, a Pomigliano d’Arco, a Sant’Anastasia, ad Acerra, a Brusciano, a Castello di Cisterna, a Giugliano, a Villaricca, a Sant’Antimo, a Somma Vesuviana e Torre Annunziata).

Come attestano le immagini, girate dal nucleo operativo dei Carabinieri durante i sequestri, le condizioni di panificazione appaiono inequivocabilmente precarie, l’igiene è un concetto lontanissimo dalle logiche di questi panificatori abusivi.

Il pane veniva cotto in forni non puliti; la farina veniva mantenuta in malo modo; le pagnotte riposavano su comuni letti di abitazioni civili; le fiamme per la cottura venivano sostenute in qualunque modo (legni verniciati e chiodi sono stati indicati dalle forze dell’ordine come elementi “criminali” dei fuochi per la cottura del pane illegale).

Il pane che è stato sequestrato verrà destinato allo zoo e ai canili municipali.

La Coldiretti ha recentemente svolto un’indagine sulle frodi alimentari ed ha concluso che con l’aumentare della crisi sono cresciute anche le truffe alimentari.

Nei primi nove mesi del 2013 i beni ed i prodotti di natura alimentare variamente contraffatti che sono stati sequestrati arrivano ad un valore complessivo di 335,5 milioni di euro e sono carne per il 24%, farine pane e pasta per il 16%, latte e derivati per il 9%, vino e alcolici l’8%.

La salute del consumatore non può essere frodata, questo è un dato base di imprescindibile importanza, ma va detto anche che l’acquirente di beni alimentari deve farsi carico responsabilmente di una prima valutazione non sommaria dei beni comperati e portati in tavola.

Del pane della domenica, comperato sul ciglio della strada, l’acquirente cosa conosceva?

Forse non poteva immaginare che le fiamme dei forni venissero alimentate con legno verniciato ma certamente poteva intuire che il processo di panificazione non era propriamente controllato.

Guarda i video: